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Nel 2024 si ricorderà un anniversario importante per le terre di confine dell’Adriatico orientale: il ventennale dell’ingresso della Slovenia nell’Unione Europea e la conseguente rimozione del confine con l’Italia, perfezionata nel dicembre 2007 con l’entrata del Paese nello spazio Schengen. Una frontiera incandescente, quella fra Italia e Slovenia, anche e soprattutto nel tempo della Guerra Fredda: un confine su cui pesavano questioni drammatiche come l’esodo Giuliano-dalmata, i massacri delle foibe e le occupazioni italiane nella ex Jugoslavia. Episodi, questi e molti altri, al centro degli studi di Raoul Pupo, lo storico più noto e autorevole del confine orientale, a lungo docente di Storia contemporanea all’Università di Trieste, focalizzato sulla frontiera adriatica e sugli accadimenti che hanno segnato lo spostamento forzato di popolazioni in Europa nel Novecento.
Con una lezione sul tema “Storia e storie del confine orientale” sarà lui a inaugurare, oggi alle 18.30, nell’auditorium di Povoletto, la seconda edizione del cartellone diffuso “Appuntamenti con la storia”, promosso dall’Associazione Friuli Storia con il Circolo culturale San Clemente, in sinergia con l’Amministrazione comunale. Sarà l’occasione per una full immersion nei temi della storia della “frontiera adriatica” lo spazio condiviso – talvolta in maniera conflittuale – fra mondo latino, germanico e slavo, con importanti presenze ungheresi. Nel corso del ‘900 le terre dell’Adriatico orientale sono state un vero “laboratorio della contemporaneità”. Infatti, in un’area ristretta si sono condensati alcuni dei fenomeni più devastanti fenomeni tipici della contemporaneità: i contrasti nazionali intrecciati a conflitti sociali; le guerre di massa; gli effetti imprevisti della dissoluzione degli imperi plurinazionali; l’affermarsi di regimi antidemocratici impegnati ad imporre le loro pretese totalitarie su di una società locale profondamente divisa; lo scatenamento delle persecuzioni razziali e la creazione dell’«universo concentrazionario» nazista; i trasferimenti forzati di popolazione capaci di modificare irreversibilmente la configurazione nazionale di un territorio; le persecuzioni religiose in nome dell’ateismo di stato; la conflittualità est-ovest lungo una delle frontiere della guerra fredda.
Una sintesi delle grandi tragedie del secolo scorso, concentrata su questo fazzoletto di terra. Raoul Pupo, vincitore del Premio Friuli Storia nel 2019 per il libro “Fiume città di passione” (Laterza 2018) ci guiderà attraverso i capisaldi di queste vicende, restituendo anche spigolature e “dettagli” di una vicenda che oggi si è tradotta nella convivenza fianco a fianco di popolazioni a lungo contrapposte. L’incontro sarà introdotto dal direttore scientifico di Friuli Storia, Tommaso Piffer, ed è liberamente aperto al pubblico, fino ad esaurimento dei posti disponibili.
Raoul Pupo, studioso fra i più rilevanti dell’Esodo giuliano-dalmata e dei massacri delle foibe, si occupa di storia della politica estera italiana, in particolare lungo la frontiera adriatica. Fra le sue pubblicazioni: “Il lungo esodo” (Milano 2005); “Il confine scomparso” (Trieste 2007); “Naufraghi della pace” (a cura di, con G. Crainz e S. Salvatici, Roma 2008); per Laterza, tra l’altro, “Trieste ’45“ (2010), “La vittoria senza pace. Le occupazioni militari italiane alla fine della Grande Guerra” (a cura di, 2014), “Fiume città di passione” (2018) e “Adriatico Amarissimo” (2020).
“Appuntamenti con la storia” è realizzato in collaborazione e con il sostegno della Regione autonoma Friuli Venezia Giulia, con l’apporto del Dipartimento di Studi umanistici e del patrimonio Culturale dell’Università di Udine e della Associazione èStoria.
Info friulistoria.it
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In copertina, lo storico Raoul Pupo che oggi interverrà all’incontro di Povoletto.